Flash statistico trimestrale su infortuni, malattie professionali e attività ispettive – Dicembre 2023

di Luca Torroni

I dati Inail su infortuni e malattie professionali

Al 31 ottobre 2023, gli infortuni sul lavoro denunciati ad Inail sono stati 489.526, vale a dire il 17,8% in meno rispetto ai 595.569 dello stesso periodo del 2022. Volendo fare un confronto con gli anni precedenti, si nota un aumento rispetto alle 448.110 del 2021 (+9,2%) e alle 421.497 del 2020 (+16,1%), e una diminuzione rispetto alle 534.314 del 2019 (-8,4%).
I dati rilevati evidenziano un calo degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 522.147 del 2022 ai 412.001 del 2023 (-21,1%), mentre quelli in itinere hanno fatto registrare un aumento del 5,6%, passando da 73.422 a 77.525.
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -21,4% nella gestione Industria e servizi (dai 498.013 casi del 2022 ai 391.293 del 2023), mentre tra le gestioni tariffarie, è quella del terziario ad aver registrato numeri più consistenti (52.252 infortuni).

Passando all’analisi per settori di attività economica, le attività manifatturiere sono state teatro di 62.719 infortuni, con un picco registrato nella Fabbricazione di prodotti in metallo (oltre 13mila). Il settore della Sanità ha fatto registrare oltre 33mila incidenti e infortuni (in netto calo rispetto agli oltre 75mila denunciati nel 2022), mentre le attività di Trasporto e magazzinaggio (più di 28mila) e il settore edile (oltre 30mila infortuni) si attestano sullo stesso livello, ma comunque in calo rispetto all’anno precedente.
L’analisi territoriale evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più importante al Sud (-22,9%) e nelle Isole (-21,7%), seguite da Nord-Ovest (-21,3%), Centro (-17,6%) e Nord-Est (-11,0%), mentre scendendo nel dettaglio regionale, i maggiori decrementi percentuali si segnalano in Campania, Liguria, Molise e Lazio.
Il calo che emerge dal confronto del periodo gennaio-ottobre 2022 e 2023 è legato specialmente alla componente femminile, che registra un -30,1% (da 246.162 a 171.992 casi denunciati), mentre quella maschile presenta un -9,1% (da 349.407 a 317.534). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-20,9%) che quelli comunitari (-14,3%) ed extracomunitari (-0,2%). L’analisi per classi di età rileva diminuzioni in tutte le fasce, a eccezione di quella degli under 20 che registra un +11,3% dovuto principalmente all’aumento infortunistico degli studenti.

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale nei primi 10 mesi del 2023 sono state 868, 41 in meno rispetto alle 909 registrate nel periodo gennaio-ottobre 2022, 149 in meno rispetto al 2021, 168 in meno rispetto al 2020 e 28 in meno rispetto al 2019.
A livello nazionale, i dati evidenziano un calo relativo ai soli incidenti mortali in itinere, passati da 250 a 196, mentre è doveroso sottolineare l’aumento di quelli avvenuti in occasione di lavoro, passati da 659 a 672. Il calo ha riguardato sia l’Industria e servizi (da 772 a 744 decessi) che l’Agricoltura (da 105 a 98) e il Conto Stato (da 32 a 26).
Da una analisi territoriale, emergono cali nel Nord-Ovest (da 248 a 228 casi), nel Nord-Est (da 202 a 196 casi) e al Centro (da 186 a 156), mentre vanno segnalati incrementi al Sud (da 201 a 213) e nelle Isole (da 72 a 75). Le regioni che presentano i maggiori aumenti sono Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia (+13), Campania (+7), Sicilia ed Emilia-Romagna (+5), mentre i cali più consistenti sono quelli rilevati in Toscana (-21), Veneto (-12), Lombardia (-9) e Marche (-8).
La diminuzione tra i primi 10 mesi del 2022 e 2023 resta circoscritta alla sola componente femminile, i cui casi mortali sono poco meno che dimezzati (da 103 a 59), mentre quella maschile è passata da 806 a 809.
Dall’analisi per classi di età, si registrano diminuzioni nelle fasce 25-39 anni (da 167 a 138) e 45-64 anni (da 542 a 500) e aumenti tra i 20-24enni (da 29 a 39 casi), tra i 40-44enni (da 79 a 83) e tra i 65-74enni (da 58 a 76). Infine, ad oggi risultano 12 denunce di incidenti plurimi per un totale di 31 decessi, 17 dei quali con mezzo di trasporto coinvolto (stradali, ferroviari, ecc.). Nei primi 10 mesi del 2022, invece, gli incidenti plurimi erano stati 16, per un totale di 37 decessi, tutti stradali.

Le denunce di malattia professionale tra gennaio e ottobre 2023 sono state 60.462, in aumento di oltre 10mila casi rispetto allo stesso periodo del 2022 (+20,9%). L’incremento è addirittura del 33,2% rispetto al 2021, del 65,1% sul 2020 e del 18,4% rispetto al 2019.
I dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno mostrano un aumento del 21,7% nella gestione Industria e servizi (da 41.278 a 50.240 casi), del 16,4% in Agricoltura (da 8.298 a 9.658) e del 29,1% nel Conto Stato (da 437 a 564). L’incremento delle denunce interessa ogni macro-regione italiana: il Sud (+27,6%), seguito da Nord-Ovest (+23,3%), Centro (+20,5%), Nord-Est (+19,8%) e Isole (+7,1%).
In ottica di genere, si rilevano 7.551 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 36.919 a 44.470 (+20,5%). L’aumento non risparmia tuttavia le lavoratrici, con 2.898 casi in più, da 13.094 a 15.992 (+22,1%). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi 10 mesi del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.

La Relazione Annuale 2022 dell’Inail

Lo scorso 4 ottobre è stata presentata la Relazione Annuale 2022 dell’Inail, contenente i dati sull’andamento di infortuni e malattie professionali dell’intero 2022. Nello specifico, i dati sulle denunce di infortunio nel 2022 registrano, rispetto all’anno precedente, un aumento dei casi in complesso, uniti ad una significativa riduzione degli infortuni mortali. Sono state rilevate oltre 703mila denunce di infortuni verificatisi nel 2022 (+24,6% rispetto alle oltre 564 mila del 2021). L’aumento di 139mila denunce è dovuto sia ai contagi professionali da Covid, passati dai 49mila del 2021 ai 120mila nel 2022, sia agli infortuni standard. Le denunce di infortunio “tradizionale” registrano, nel 2022, un aumento di oltre il 13% rispetto all’anno precedente. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro nel 2022 sono stati 429.004, di cui circa il 15% in itinere. Elevate, tuttavia, le percentuali di riconoscimento della componente da Covid-19: 89% nel 2020, 74% nel 2021 e 70% nel 2022. Le denunce di infortunio mortale sono state 1.208, con un decremento del 15,2% rispetto alle 1.425 del 2021.
Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono stati 606, di cui 365 in itinere (il 60%). Sono stati 19 gli incidenti plurimi nel 2022, per un totale di 46 decessi, 44 dei quali stradali.
Parallelamente, i dati del 2022 indicano un aumento delle denunce di malattia professionale in confronto al 2021, e soprattutto rispetto al 2020. Le denunce di malattia sono state quasi 61mila, in crescita del 9,9% rispetto alle oltre 55mila del 2021, e in calo dello 0,9 % rispetto alle oltre 61mila del 2019. Sono stati 918 i lavoratori con malattia asbesto-correlata accertata. I lavoratori deceduti nel 2022 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 817, di cui 161 per silicosi/asbestosi.

I dati dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro

Passando ai dati provenienti dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, nei primi nove mesi del 2023 sono state effettuate 81.740 ispezioni, di cui 67.959 riguardanti vigilanza sul lavoro, 6.921 riguardanti vigilanza previdenziale e le restanti 6.860 per vigilanza assicurativa.
L’indice generale di irregolarità riscontrato corrisponde al 73,26%, vale a dire che in oltre 40mila ispezioni sono emerse irregolarità. Più nello specifico, la vigilanza assicurativa ha portato alla luce un 93,9% di irregolarità, seguita da oltre l’84% riguardante la vigilanza previdenziale. La percentuale relativa invece alla vigilanza sul lavoro non ha superato il 68%.
Il numero di lavoratori irregolari, in totale tra tutte e tre le tipologie di ispezione, è stato di 232.724.
In riferimento ai primi sei mesi del 2023, scendendo nel dettaglio dei vari settori produttivi, su un totale di 5.470 provvedimenti sospensivi, 1.426 hanno riguardato il settore edile, 1.777 le Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione e 872 il Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli.
Rispetto al totale, 3.467 provvedimenti hanno riguardato l’impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria, e 1.338 gravi violazioni in materia di salute e sicurezza. L’86% dei provvedimenti è stato comunque revocato per avvenuta regolarizzazione.