Flash statistico trimestrale su infortuni, malattie professionali e attività ispettive – Luglio 2023

di Luca Torroni

 

Al 31 maggio 2023, gli infortuni sul lavoro denunciato ad Inail sono stati 245.857, vale a dire 77.949 in meno rispetto ai 323.806 dello stesso periodo dell’anno precedente. Di questi, 210.234 sono avvenuti in occasione di lavoro, e i restanti 35.623 in itinere.
La gestione Industria e servizi ha fatto registrare il più alto numero di infortuni denunciati (184.445), mentre tra le gestioni tariffarie, è quella del terziario ad aver registrato numeri più consistenti (52.252 infortuni).

 

Passando all’analisi per settori di attività economica, le attività manifatturiere sono state teatro di 28.430 infortuni, con un picco registrato nella Fabbricazione di prodotti in metallo (oltre 6mila). Il settore della Sanità ha fatto registrare oltre 11mila incidenti e infortuni (in netto calo rispetto agli oltre 47mila denunciati nel 2022), mentre le attività di Trasporto e magazzinaggio (poco meno di 12.300) e il settore edile (quasi 12mila infortuni) si attestano sullo stesso livello, ma comunque in calo rispetto all’anno precedente.
A livello territoriale, è il Nord-Ovest del Paese a far registrare il maggior numero di infortuni (74mila), con la Lombardia ancora una volta al vertice di questa non certo piacevole classifica (47.589). Nelle isole invece i dati registrati sono decisamente inferiori: si parla infatti di poco più di 15mila infortuni registrati tra Sardegna e Sicilia. Gli infortunati sono per lo più italiani (quasi 200mila), seguiti da cittadini extraeuropei (oltre 37mila) e poi da Europei. Gli uomini (156.432) continuano ad essere colpiti da infortuni sul lavoro molto più della controparte femminile (meno di 90mila).

Scindendo gli infortunati in Italia per età, la fascia senior è certamente la più colpita: lavoratori compresi tra i 45 e i 59 anni sono stati vittime di quasi 77mila infortuni. Va meglio per i giovani (53mila infortuni nella fascia tra 15 e 29 anni).  

Al netto di quanto messo in luce, diminuiscono più lentamente gli infortuni aventi avuto esito mortale nei primi 5 mesi dell’anno, passando dai 364 del 2022 ai 358 di quest’anno. Anche in questo caso è la gestione Industria e servizi a monopolizzare le statistiche, con 310 decessi denunciati. Il settore del Trasporto e magazzinaggio è in questo caso il più colpito (41 morti), seguito dalle Costruzioni (31), mentre il comparto manifatturiero è stato teatro di 29 decessi in totale.

A livello territoriale, la mappatura d’Italia non cambia: nel Nord-Ovest del Paese si è infatti registrato il maggior numero di denunce di infortuni aventi avuto esito mortale (108), con un gap decisamente meno netto rispetto alle altre porzioni d’Italia (chiudono infatti la classifica le Isole con 31 decessi).

I morti sono per la maggior parte italiani, seguiti da extracomunitari e solo infine da cittadini europei. La proporzione tra lavoratrici e lavoratori è ancor più netta: sui 358 decessi denunciati, 331 sono di sesso maschile e 27 di sesso femminile.

Con riferimento alle malattie professionali, tra gennaio-maggio 2022 e 2023 si è potuto assistere ad un aumento, passando da 25.593 a 31.346 denunce. Le denunce hanno riguardato per lo più la gestione Industria e servizi (25.711), colpendo quasi totalmente lavoratori italiani (28.803).

A differenza di quanto messo in luce in riferimento agli infortuni, è il Centro Italia a raccogliere il maggior numero di denunce (oltre 11mila), seguito dal Sud (quasi 8mila), mentre chiudono la graduatoria le Isole (2.678 denunce).

Le Malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo sono state le più frequenti (oltre 19mila denunce su scala nazionale), seguite da quelle del sistema nervoso (quasi 3.500).

Passando ai dati provenienti dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, nei primi tre mesi del 2023 sono state effettuate 28.563 ispezioni, di cui 23.765 riguardanti vigilanza sul lavoro, 2.617 riguardanti vigilanza previdenziale e le restanti 2.181 per vigilanza assicurativa.

L’indice generale di irregolarità riscontrato corrisponde al 72,4%, vale a dire che in oltre 13mila ispezioni sono emerse irregolarità. Più nello specifico, la vigilanza assicurativa ha portato alla luce un 94,5% di irregolarità, seguita da oltre l’80% riguardante la vigilanza previdenziale. La percentuale relativa invece alla vigilanza sul lavoro non ha superato il 67%.

Il numero di lavoratori irregolari, in totale tra tutte e tre le tipologie di ispezione, è stato di 71mila.

Scendendo nel dettaglio dei vari settori produttivi, su un totale di 2.710 provvedimenti sospensivi, 838 hanno riguardato il settore edile, 761 le Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione e 450 il Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli.

Rispetto al totale, 1.713 provvedimenti hanno riguardato l’impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria, e 292 gravi violazioni in materia di salute e sicurezza. L’84% dei provvedimenti è stato comunque revocato per avvenuta regolarizzazione.